Il 21 giugno di ogni anno ricorre la Giornata mondiale della SLA. Nel corso degli anni, diversi studi hanno comprovato l’importanza della fisioterapia nella riabilitazione di questa malattia multi-sistemica, progressiva e invalidante, soprattutto in virtù degli sviluppi della ricerca e dell’innovazione tecnologica, tutti finalizzati a rallentarne il decorso.
Nonostante l’assenza di un’effettiva cura e il rapido decorso della malattia, le evidenze scientifiche hanno riscontrato che l’approccio migliore nella gestione della SLA sia di tipo multidisciplinare, in cui la presenza di diverse figure professionali consente l’attuazione di un piano riabilitativo mirato al recupero funzionale del soggetto e all’ottimizzazione della vita quotidiana.
In questo scenario, il fisioterapista ricopre un ruolo fondamentale, sia nella valutazione del sistema motorio e degli aspetti soggettivi della malattia (come le alterazioni sensoriali e cognitive) che, soprattutto, nella pianificazione di un piano riabilitativo basato su fattori ambientali, caratteristiche adattative del paziente e obiettivi. La fisioterapia nel paziente affetto da SLA si compone principalmente di interventi terapeutici neuromotori e respiratorio.
Nelle fasi iniziali della malattia, l’approccio fisioterapico sarà preventivo, finalizzato al mantenimento delle funzioni motorie e respiratorie e all’eventuale rinforzo dei muscoli non colpiti dalla malattia. In un secondo momento, invece, l’intervento terapeutico sarà mirato alla prevenzione delle complicanze dovute all’immobilità e al monitoraggio dei sintomi.
Il mal di schiena è uno dei disturbi più diffusi nella popolazione mondiale. Esso può avere cause diverse ma, tra le tante, ormai è risaputo che il sovrappeso ne aumenta l’insorgenza. Un rischio che cresce ulteriormente se vi si aggiunge uno stile di vita sedentario, cui conseguono un’importante mancanza di forza muscolare, inattività fisica e/o un cattivo stato di salute generale.
Al fine di prevenire i dolori di schiena, risulta pertanto necessario mantenere un minimo di attività fisica regolare.
Spesso la stessa lombalgia (il dolore acuto e particolarmente intenso che compare improvvisamente nell’area lombare della schiena) è causata da una postura scorretta, a volte innescata da una vita troppo sedentaria.
Principali soluzioni
Tra i rimedi più semplici e immediate, la prima da tenere in considerazione è la perdita di peso con conseguente adozione di uno stile di vita sano, che comprenda sia una corretta attività fisica che un regime alimentare equilibrato.
In questi casi rivolgersi a specialisti dell’alimentazione e del movimento risulta altresì fondamentale. Soprattutto tenendo in conto che, quando si parla di esercizio fisico, è auspicabile che l’attività prescelta diversa e personalizzata in base al singolo caso, così che si possa tenere in conto dei diversi disturbi a cui porre rimedio.
In linea di massima, comunque, è bene prediligere – quantomeno in una fase iniziale del percorso – un’attività aerobica blanda (finalizzata alla perdita di peso) affiancata ad esercizi posturali e di stretching, utili a curare il dolore.