L’anca a scatto è una particolare condizione che si verifica nel momento in cui l’anca muovendosi provoca proprio uno “scatto”.
Non è una patologia molto frequente tra le persone comuni, ma si riscontra spesso tra chi pratica danza o atletica leggera.
Spesso il disturbo è asintomatico e non dà dolore, ma a lungo andare questo scorrimento anomalo che genera lo scatto può dare vita ad uno stato infiammatorio doloroso detto borsite.
Il trattamento dell’anca a scatto dipende di caso in caso e soprattutto è legato alla gravità della situazione, ma nei casi in cui non serva l’intervento chirurgico può essere certamente di aiuto la fisioterapia al fine di potenziare in maniera mirata alcuni gruppi muscolari e favorire il corretto movimento dell’anca, ma anche esercizi specifici di allungamento per intervenire sulla fascia lata in corrispondenza del punto dello scatto.
Anche una valutazione posturale, all’interno di questo quadro, può risultare utile.
Come capire se soffri di sciatalgia?
La sciatalgia è un’infiammazione del nervo sciatico che può generare un fastidio anche intenso. I sintomi tipici sono dolore al gluteo e nella parte posteriore della coscia fino a coinvolgere l’intera gamba e a raggiungere il piede. Ma anche sensazione di bruciore o formicolio o di cedimento della gamba. Il dolore, inoltre, potrebbe peggiorare adottando alcune specifiche posture o, magari, stando a lungo seduti.
Quando rivolgersi al medico?
Innanzitutto se il dolore è molto forte e se persiste nel tempo, duranto oltre le quattro settimane. O, ancora, se la sintomatologia dolorosa è associata ad un forte colpo o una caduta. E’ consigliabile rivolgersi al medico senza aspettare in caso di febbre, gonfiori o arrossamenti a livello della schiena, intorpidimento o dolore alle natiche, alle cosce, alla gamba o all’inguine; bruciori durante la minzione o sangue nelle urine; incontinenza urinaria o fecale; dolore anche al di sotto del ginocchio; peggioramento del fastidio in posizione seduta o tale da provocare risvegli notturni; una perdita di peso ingiustificata; assunzione di steroidi o di droghe in endovena.
Noi di CSMA possiamo mettere a punto un trattamento specifico per te grazie alla collaborazione tra ortopedico, neurochirurgo e fisiatra.
Una volta definita la diagnosi è il momento di passare alla definizione del trattamento.
Sono diverse le terapie fisiche che noi di CSMA mettiamo a disposizione dei nostri pazienti. Ad esempio, il Laser, la Tecarterapia, l’Ultrasuonoterapia, la Magnetoterapia, la Massoterapia.
L’ernia del disco lombare consiste nella fuoriuscita dalla sua sede naturale di un frammento del disco intervertebrale a livello delle vertebre lombari che, infilandosi tra i dischi, provoca una compressione dei nervi, causando sintomi particolari.
A seconda del tipo di compressione e dei sintomi che il paziente presenta, il neurochirurgo spinale – specialista di riferimento per casi simili – valuta i possibili trattamenti, in ultimo quello chirurgico.
I pazienti affetti da ernia del disco potrebbero giovare di una particolare tecnica, le trazioni vertebrali, che generano l’allontanamento delle vertebre e facilitano la lubrificazione articolare e, in alcuni casi, anche il rientro di ernie del disco. Inoltre, permettono una diminuzione dell’attrito delle vertebre e delle rigidità articolari.
CSMA dispone di un’apparecchiatura per le trazioni vertebrali che permette l’esecuzione di trattamenti di trazione vertebrale, lombare e cervicale. Un moderno sistema di controllo a microprocessori garantisce la massima sicurezza e precisione di carico.
Le trazione vertebrali sono utili nelle ernie del disco, nei dolori vertebrali anche artrosici nonché nelle contratture muscolari, disturbi alla colonna vertebrale e all’apparato locomotore.
Le trazioni vertebrali sono controindicate in caso di fratture vertebrali recenti, osteoporosi, malattie reumatiche in fase acuta, tumori. Le tecniche di trazioni vertebrali sono molteplici e dipendono molto anche dalla zona da trattare.
Benefici delle trazioni vertebrali:
- Allargamento dello spazio intervertebrale
- Sarà lo specialista a definire il trattamento adeguato ad ogni singola casistica.
Spesso i pazienti che hanno subito traumi o interventi particolari, o che sono affetti da specifiche patologie che riguardano l’apparato neuromuscolare, possono avere bisogno di inserire all’interno del loro percorso fisioterapico degli esercizi di rinforzo muscolare.
Il ristabilimento della massa muscolare e della funzione è una parte molto importante della riabilitazione. Questi esercizi sono mirati a tonificare lo specifico distretto muscolare che ha perso il proprio tono e trofismo per le cause più svariate e sono necessari per rinforzare la muscolatura e rieducare il muscolo stesso, al fine di renderlo nuovamente stabile. Il ristabilimento della normale forza muscolare è infatti indispensabile per la stabilità articolare.
Gli esercizi di rinforzo muscolare sono prescritti generalmente a pazienti comuni e non solo ad atleti impegnati nella riabilitazione post-infortunio.
Tra le condizioni in cui si rende necessario prevedere gli esercizi di rinforzo muscolare ricordiamo:
–Riabilitazione post-operatorio di qualunque tipo di intervento chirurgico ortopedico
-Riabilitazione dopo un qualunque tipo di infortunio
–Osteoartrite (esercizi isometrici)
-Sindrome femoro-rotulea
Con il termine lombalgia si identifica il dolore localizzato alla zona del dorso o dei lombi.
Le cause possono essere svariate: attività lavorative particolarmente pesanti o caratterizzate da una postura scorretta possono a lungo andare dare luogo ad uno stato doloroso; ma anche le attività sportive possono avere una certa incidenza.
A chi rivolgersi in caso di male di schiena?
In prima istanza al medico di medica generale che con tutta probabilità prescriverà una terapia antinfiammatoria da assumere per circa una decina di giorni. Nel caso il dolore non si attenui, è il momento di rivolgersi al fisiatra per un approfondimento del problema attraverso una visita clinica ed eventuali esami strumentali.
Una volta definita la diagnosi il fisiatra definirà il percorso riabilitativo più idoneo.
Settembre è tipicamente il periodo in cui si riprende l’attività sportiva, per hobby o agonismo.
Dopo la pausa estiva, però, è importante rimettersi in pista seguendo la giusta preparazione, riprendendo a praticare sport in modo graduale e attento, per evitare problemi a muscoli, tendini e ossa.
Innanzitutto, prendersi cura del proprio stato di salute generale, adottando una sana alimentazione ed un corretto stile di vita. Poi passare al gesto atletico, allenando sia gli arti inferiori, sia quelli superiori, dando importanza anche all’elasticità dei tessuti, attraverso attività di riscaldamento e stretching.
E’ fondamentale evitare sforzi che possano provocare sindromi da sovraccarico che, molto spesso, riguardano sportivi occasionali che eccedono nell’allenamento forzando eccessivamente il corpo, portando a dolori o piccoli traumi.
Nel caso avessi ignorato quel dolore alla caviglia che ti ha dato noia tutta l’estate, o quel fastidio alla spalla ogni qualvolta ruoti il capo, concediti un controllo da uno specialista prima di riprendere ad allenarti.
Attraverso una valutazione fisiatrica sarà possibile studiare lo stato doloroso, individuando le cause e il percorso di cura più idoneo. Spesso il fisiatra lavora in stretta collaborazione con il fisioterapista, con il comune obiettivo di restituire funzionalità e benessere al paziente.