La cervicalgia è una patologia molto frequente tra la popolazione ed è dovuta ad un’infiammazione della porzione di colonna vertebrale che comprende le prime sette vertebre.
Durante la stagione calda, complice l’utilizzo a volte sconsiderato dei sistemi di condizionamento, il dolore al collo e alla base delle spalle diventa più frequente e colpisce anche chi generalmente non soffre di cervicalgia. E allora, come fare?
Il freddo e gli sbalzi di temperatura con una brusca diminuzione delle temperature possono scatenare episodi di cervicalgia. Il collo è infatti l’area più esposta al getto d’aria condizionata. I muscoli che lo compongono, contraendosi, causano dolore, capogiri e mal di testa.
L’importante è evitare di esporsi direttamente al getto dell’aria condizionata.
Stretching e allungamenti dolci sono ideali per far fronte al dolore e alla rigidità muscolare, ma rivolgersi ad un professionista è sempre la soluzione più indicata.
Estate significa allenamento all’aria aperta, ma attenzione agli infortuni!
Ecco i nostri consigli per godere al meglio delle vostre vacanze di relax.
Hai voglia di una corsetta in riva al mare? Inizia alternando cammino e corsa, utilizza calzature adatte ed evita percorsi troppo irregolari.
Gli #sport di mare come beach volley, wind surf, canoa e altro – nei soggetti non abituati – possono provocare dolori alla colonna cervicale o lombare dovuti alla troppa attività e ai movimenti magari nuovi e ripetuti. Insomma, la bella stagione porta spesso anche i più sedentari a muoversi ma mette sotto forte stress le strutture tendineo-muscolari.
Anche il riposo può avere i suoi lati negativi. Sei sdraiato al fresco dell’ombra di un albero a leggere un buon libro?
Alzati ogni 20 o 30 minuti e cammina per almeno 10. E nella tua vacanza riposante ricorda di includere una lunga passeggiata almeno 3 o 4 volte alla settimana.
Importante, una volta rientrato dalle ferie, non sottovalutare i dolori per evitare che il disturbo si cronicizzi: la visita da un FISIATRA può aiutare ad individuare il problema, la causa del dolore e il percorso per eliminarlo.
Perché il mio pavimento pelvico potrebbe aver bisogno della riabilitazione?
La gravidanza, come anche parto, puerperio e post parto, rappresentano periodi di grandi cambiamenti per il corpo di una donna.
La distensione addominale dovuta alla crescita fetale e all’aumento di dimensioni dell’utero, la crescita di peso della mamma incidono significativamente sulla tonicità del pavimento pelvico.
Come faccio a sapere se il mio pavimento pelvico sta bene?
Il primo segnale è dato da sintomi quali perdite urinarie, perdite fecali o di gas, sensazione di pesantezza nel bassoventre, dolore durante i rapporti sessuali. In presenza di uno o più di queste condizioni sarebbe consigliabile eseguire una valutazione del pavimento pelvico pelvico per individuare eventuali disfunzioni.
E’ bene rivolgersi ad un fisioterapista specializzato in grado di valutare il tuo pavimento pelvico e se necessario può impostare un piano di trattamento che ti aiuti a risolvere il problema e migliorare la qualità della tua vita.
Se sei in dolce attesa, il consiglio è quello di prevedere tre valutazioni del pavimento pelvico: intorno alla 12esima, alla 25esima e alla 34esima settimana di gestazione.
Sappi inoltre che è stato dimostrato che conoscere e allenare il proprio pavimento pelvico durante la gravidanza riduce il rischio di incontinenza urinaria, fecale e prolasso sia in gravidanza che nel post parto.
L’analisi posturale è fondamentale per individuare gli squilibri corporei da cui hanno origine un’innumerevole serie di disturbi di diverso tipo.
E’ sempre più incline la scelta da parte dei terapeuti professionisti di affidarsi all’analisi posturale come prima indagine valutativa prima di iniziare con uno specifico iter terapeutico.
Lo studio del passo consiste in un test di controllo in ortostatismo bipodalico (statico) e un’indagine durante l’evoluzione cinetica del movimento (dinamico). Questo test si svolge in tre fasi:
- statica: il paziente è posizionato in stazione eretta e si vanno a rilevare soprattutto i carichi pressori dei piedi;
- dinamica: il paziente svolge una serie di passi sulla pedana e si vanno a rilevare i carichi pressori dei piedi e inoltre come i piedi svolgono appunto la fase del passo;
- stabilometria: il paziente è posizionato in stazione eretta e si vanno a rilevare il baricentro del corpo e l’equilibrio del corpo stesso.
Nel nostro centro in Piazza della Vittoria a Genova disponiamo dell’apparecchiatura per le TRAZIONI VERTEBRALI che permette l’esecuzione di trattamenti di trazione vertebrale, lombare e cervicale.
Le trazioni vertebrali sono manovre terapeutiche esercitate sulla colonna vertebrale da forze esterne che agiscono in senso opposto, al fine di aumentare progressivamente la distanza di una vertebra dall’altra fino a 2 mm. circa.
Quando possono essere utili?
Contratture muscolari, disturbi alla colonna vertebrale e all’apparato locomotore, lombalgie, cervicalgie, ernie del disco. Le trazioni vertebrali sono controindicate in caso di fratture vertebrali recenti, osteoporosi, malattie reumatiche in fase acuta, tumori.
Le tecniche di trazioni vertebrali sono molteplici e dipendono molto anche dalla zona da trattare.
Le trazioni vertebrali generano l’allontanamento delle vertebre e facilitano la lubrificazione articolare e, in alcuni casi, anche il rientro di ernie del disco. Inoltre, permettono una diminuzione dell’attrito delle vertebre e delle rigidità articolari.
In estate, attenzione alle caviglie!
Durante il vostro allenamento all’aria aperta o nel corso di una semplice passeggiata in spiaggia o in montagna guardate dove mettete i piedi: è sufficiente il tempo di un passo o di un atterraggio sbagliato dopo un salto per procurarsi un trauma doloroso da inversione della caviglia, ovvero quella rotazione del piede verso l’interno tipica proprio della distorsione di caviglia.
Come si guarisce?
Nella maggior parte dei casi, il dolore e gonfiore associato a un trauma lieve passano con ghiaccio e riposo, ma non sottovalutate la vostra condizione, soprattutto se siete degli sportivi. Per tornare a fare sport sono necessarie tecarterapia e fisioterapia per 4-6 settimane.
Ecco tre campanelli di allarme da non sottovalutare dopo una distorsione alla caviglia:
Dolore: varia di intensità a seconda della gravità del trauma. Si può riscontrare anche rigidità della caviglia e conseguente difficoltà a camminare.
Gonfiore: può estendersi a tutta la caviglia.
Livido: può essere localizzato o estendersi fino al tallone